L’istinto di Taddeo


Taddeo è il cucciolo di Bull Terrier che, da circa tre mesi, riempie le giornate di Massimo Lugli, nota firma del giornalismo romano e straordinario scrittore di capolavori gialli.

 

Da poco è entrato nella vita del suo padrone, prendendo il posto di Zakar, un Kaim Terrier di 15 anni dall’istinto controcorrente che in gennaio ha pensato di concedersi l’eterno riposo.


La fascinazione di Massimo Lugli, giornalista del quotidiano La Repubblica, per gli animali, i nomi evocativi e buffi, quella continua oscillazione tra il mondo reale e l’immaginario fatto di percezioni  sensibili, che riscopriamo anche nei sui romanzi come ”L’istinto del lupo – La legge del lupo solitario” o nella trilogia “Stazione omicidi”, trovano la loro sintesi nella scelta di Taddeo.


Ho scelto un Bull Terrier in miniatura, una razza considerata pericolosa ma che a me faceva una tenerezza mostruosa. Forse per quell’aria un po’ infelice dall’aspetto bruttissimo – ci confessa- mi aspettavo un molossoide tranquillo, pacioso che dormisse ai miei piedi quando ero intento a scrivere. Invece è un cane diverso...”

 

Infatti Taddeo, il nome traslato da un porcellino protagonista di fumetti letti in gioventù, ben presto ha fatto conoscere la sua vera natura, allegra e affettuosa, in perpetuo movimento nella stanza dello scrittore sempre intento a scrutare ogni sua espressione, 


                                Massimo Lugli con Taddeo


pronto a cogliere l’indizio di una nuova avventura. 


Da poco sono partiti insieme per il loro primo viaggio al mare. La casa di Sabaudia è stata adibita per un soggiorno confortevole. Non manca proprio nulla a quel vispo di Taddeo: lo spazio necessario, la ciotola con l’acqua e l’affetto di Massimo. 


A Sabaudia non tutti gli stabilimenti balneari permettono di portare il cane in spiaggia. I negozi e gli esercizi sdraiati pigramente lungo la strada espongono fuori un susseguirsi innumerevole di cartelli di divieto per cani. Mancano persino i ganci per la loro sosta. Così i proprietari, premurosi come Lugli, sono costretti a fare la spoletta tra la spiaggia e la casa. Una bicicletta elettricamente assistita può essere di grande aiuto sotto il solleone di mezza giornata per il nostro scrittore. Intanto Taddeo rimane in fedele attesa del padrone.


”Penso che da noi gli animali siano tollerati ma non benvoluti -sostiene Lugli- le cose stanno cambiando ma siamo culturalmente antiquati. Quando vado in un ristorante o al parco, qualcuno si mette in tensione guardando Taddeo. Siamo pieni di ossessioni... “


Nella professione di cronista spesso s’incontrano casi efferati che coinvolgono animali. Lugli ricorda ancora con sgomento quello del bambino di Ostia ucciso dal cane, con cui era solito giocare: ”Chissà cosa è successo. In questi casi si dicono anche un sacco di stupidaggini, come i falsi miti sulle razze pericolose. Taddeo apparterrebbe a una razza pericolosa. Il Bull terrier è quanto di più dolce e affettuoso che io abbia mai avuto. Di quattro cani non ne ho mai avuto uno come Taddeo. Siamo noi che creiamo dei mostri, che li induciamo all'aggressività, stressandoli, tenendolo alla catena, facendoli impazzire”.


La coscienza animalista che Lugli lascia intravedere presuppone una percezione sensibile del mondo che investe tutti gli animali, non solo quelli domestici, e alcuni uomini eletti. Racconta ancora stupefatto: “L’idea  che in città metropolitane possano  esserci  anche altri animali oltre quelli domestici, come la pantera che vidi vicino l’autostrada, poi ripresa dal Tg3 del Lazio, mi entusiasma”. Non tradisce alcuno spavento né lascia pensare a immaginifici viaggi astrali. E’ solo la riflessione personale di un uomo concreto. Taddeo è lì: ascolta, percepisce, forse condivide la tesi. Uno sguardo d’intesa, con l’aria apparentemente infelice e truce, sempre affettuoso e fedele a quell’istinto animale per Massimo.