Una Dieta da cani
Un vademecum per non confondere la dieta di Fido con quella umana. Mai uva, cipolla, aglio e cioccolato.
Intervista
La nutrizione ricopre un ruolo fondamentale e a volte controverso nel benessere dell’animale.
Per chiarirne alcuni aspetti importanti, abbiamo rivolto delle domande alla Dott.ssa Debora Guidi, medico veterinario nutrizionista.
Innanzitutto facciamo la conoscenza di Fido.
Il cane è un carnivoro, ma la sua storia evolutiva indica una dieta naturale più onnivora. Possiamo definirlo un carnivoro “adattato”, a me piace definirlo carnivoro “opportunista”.
Il cane per vivere ha bisogno di principi nutritivi che derivano dal mondo animale ma con il tempo ha “imparato” ad utilizzare anche quelli che derivano da quello vegetale, soprattutto le fonti di energia.
Cosa può mangiare?
Oltre a soddisfare il fabbisogno energetico, la dieta deve fornire Acqua, Proteine, Carboidrati, Grassi, Vitamine e Minerali.
Quali sono le fonti proteiche?
Carne, pesce, uova, formaggi, la soia e i legumi. Le proteine vegetali non sono bilanciate e disponibili come quelle animali di alta qualità ma sono superiori a quelle contenute in derivati animali di qualità scadente come ossa, teste, zampe ecc…
Quali sono i Grassi?
L’olio di oliva, di girasole, di arachide, olio di pesce, di lino, grasso di pollo, di maiale ecc…
Quali i Carboidrati?
Sono il riso, il mais, il frumento, l’orzo, le patate ecc. Sul loro utilizzo o meno in realtà c’è una grande diatriba, se ne potrebbe parlare per ore.
Le fonti alimentari delle vitamine e dei minerali sono: la carne, il pesce, il latte, le uova, vegetali in foglie, agrumi, la frutta, i legumi, le farine di ossa ecc.
Si badi bene che solo rispettando una dieta particolarmente rigida e varia settimanale si riesce ad escludere integratori “esterni”.
DUE AVVERTENZE:
- In generale i nostri amici possono mangiare le nostre stesse cose ma la differenza la fanno i condimenti, le quantità e le proporzioni, ricordiamoci sempre che non sono dei piccoli uomini e i loro fabbisogni sono diversi dai nostri!!!
- E’ importante, inoltre, sottolineare che nessuna sostanza nutritiva agisce isolatamente, ma per il funzionamento corretto di tutto l’organismo sono indispensabili le interazioni tra i diversi nutrienti e dobbiamo tenerne conto.
Queste interazioni avvengono sia durante l’assorbimento che l’utilizzo, sia durante l’eliminazione dei vari nutrienti.
I cani digeriscono in modo diverso i vari ingredienti, il loro intestino è breve e i processi digestivi sono molto rapidi. Per questo è importante fornire loro alimenti di alta qualità e molto digeribili, altrimenti non riescono ad assimilarli.
Si può somministrare una dieta casalinga?
La dieta casalinga si può fare ed è affidabile da un punto di vista nutrizionale tanto quanto quelle di buona qualità commerciali, ma dobbiamo avere tempo a disposizione. Una ricetta correttamente formulata, bilanciata e integrata deve rispettare rigorosamente dosaggi ed ingredienti.
Come vanno suddivisi i pasti?
Sarebbe meglio dividere i pasti in due, anche meglio in tre. Mangiare solo una volta al giorno non solo crea problemi nella digestione dell’alimento e quindi i nostri amici possono avere più facilmente diarree e carenze ma può predisporre a dilatazione e torsione gastrica.
Quali alimenti sono da evitare?
L’avocado, l’aglio, la cipolla, l’uva e perfino la cioccolata possono risultare tossici per il cane. Ovviamente dipende anche dalle quantità, dal peso ed età dell’animale.
La cipolla per esempio contiene una sostanza molto tossica per i nostri animali che si chiama disolfuro di n-propile. Determina inizialmente vomito e diarrea e dopo 1-4 giorni compare anche ipertermia, depressione, colorazione scura delle urine e un’anemia emolitica che può essere fatale.
Il cioccolato, invece, contiene delle sostanze chiamate metilxantine. Una di queste è la teobromina che se consumata in grandi quantità può risultare tossica. Compaiono entro 4-5 ore dall’assunzione vomito, diarrea, respirazione affannosa, incontinenza urinaria e tremori muscolari che evolvono in casi molto gravi in convulsioni e morte.
Fattori come la sensibilità individuale alla teobromina, presenza di altri cibi nel tratto gastro-enterico al momento dell’ingestione e le variazioni nel contenuto di teobromina tra i diversi prodotti a base di cioccolato posso causare ampie variazioni nell’avvelenamento.