Pet Therapy, come funziona?


Non basta mettere insieme una persona bisognosa e un animale e poi "mixare" le cose. 

Scopriamo in cosa consistono gli Interventi Assistiti con gli Animali (IAA)

 

La sera prima della sua terapia il piccolo Nicola entrava in uno stato d'ansia e di agitazione difficili da contenere. Ogni volta il pensiero di tornare in ospedale per la dialisi, nel reparto di nefrologia pediatrica del Santobono Pausilipon di Napoli, proprio non lo riusciva a sopportare. 

Non era facile neanche per i genitori di questo bimbo di 7 anni riuscire a dargli serenità in quei momenti. 


Poi, però, piano piano qualcosa è cambiato. Nel reparto è arrivata Sissi, un bellissimo cane meticcio, e con lei un'équipe con cui Nicola ha potuto iniziare un percorso di Pet therapy, con la scoperta di un nuovo modo di comunicare e socializzare, i sorrisi, le carezze, stimoli diversi in un contesto difficile, l'ansia è diminuita molto... E anche la sua risposta alla terapia è migliorata sensibilmente.

Cos'è esattamente la Pet Therapy?

"Non significa solo affiancare un animale ad una persona bisognosa. Non è mettere semplicemente insieme, ad esempio, un cane e un bimbo autistico e mixare le cose. L'interazione tra persona e animale è sempre mediata da operatori esperti che hanno seguito un corso di formazione e che si basano sulle Linee Guida Nazionali stabilite dal Ministero della salute. 

Pet therapy significa mettere a disposizione la relazione che l'operatore ha con il proprio animale per far sì che diventi benefica per l'utente". 

A parlare con abbaiareinitalia.it è Marialucia Iannace, che da 10 anni lavora a Napoli come operatrice di Pet therapy con cani, piccoli animali ed asini, per l'associazione nazionale AICOTE (Associazione Interdisciplinare COTErapie Onlus).

Ci spiega che l'obiettivo principale degli Interventi Assistiti con gli Animali (IAA) è lavorare sulla giusta relazione con gli animali stessi attraverso la loro corretta gestione. 

L'équipe minima è sempre formata da almeno due operatori: "L'operatore che segue l'utente può essere un pedagogista, uno psicologo, un medico, a seconda dei casi. Dall'altro ci sono coloro che operano con gli animali: ad esempio educatori cinofili nel caso del cane. 

Il cane stesso fa un suo percorso di formazione: deve superare un test per essere considerato idoneo. I nostri cani generalmente non sono di razza, lavoriamo soprattuto con meticci, che sono stati adottati dagli operatori ma di cui, comunque, conosciamo la storia pregressa, soprattuto dal punto di vista sanitario. Ogni operatore lavora con il proprio animale. Questo vale in particolare per il cane, che ha un rapporto speciale con il proprio padrone".

I 3 tipi di "interventi assistiti con gli animali". 


Questi interventi si dividono in 3 grandi ambiti, ovvero attività ricreativa, educazione e terapia:

    •    attività ludico-ricreative, che non hanno scopo terapeutico, non si prefiggono obiettivi a lungo termine ma hanno il solo scopo di rendere piacevole un momento e di avvicinare le persone, più spesso i bambini e gli anziani, all'animale;

    •    attività con obiettivi educativi-didattici (solitamente nelle scuole);

    •    terapie mirate al raggiungimento di obiettivi di riabilitazione fisica e motoria oppure psicologica.


I cani nella Pet Therapy

I cani devono essere sani, vaccinati, monitorati dal punto di vista sanitario non solo prima ma anche durante e dopo l'intervento. "Anche loro si stancano, riconoscono che stanno facendo un lavoro. – continua Marialucia - Durante la terapia hanno una pettorina oppure una bandana. Capiscono che, quando la indossano, hanno un determinato compito da svolgere. Davvero, cambiano atteggiamento! Dobbiamo stare attenti a che non si stressino. E' giusto rispettare il loro tempo di defaticamento. Un incontro non supera mai i 50 minuti.”


L'accoglienza negli ospedali 

"Il primo impatto non è sempre buono: si teme che portare un animale in una struttura socio-sanitaria possa essere rischioso dal punto di vista sanitario – afferma Marialucia - Talvolta c'è diffidenza, soprattutto nel Sud Italia: anche quando il direttore sanitario approva il progetto e ci accoglie, ci capita di imbatterci nella resistenza da parte del personale. 

Nel Nord Italia la mentalità è più aperta e troviamo un atteggiamento più positivo e collaborativo nei confronti del nostro intervento. Sul piano degli utenti, i bambini in particolare reagiscono sempre bene e, così, molto spesso riusciamo a superare la reticenza dei genitori". 


Una piccola avvertenza: la Pet Therapy può non essere adatta a tutti. Sicuramente è controindicata in caso di allergie e di forti fobie. Oppure quando non nasce l'empatia tra utente e animale. 


Le Linee Guida del Ministero della salute

Il Ministero della salute crede fortemente nella Pet Therapy a tal punto che, per promuovere la ricerca, standardizzare i protocolli operativi e potenziare le collaborazioni fra medicina umana e veterinaria, ha istituito nel 2009 il “Centro di Referenza Nazionale per gli interventi assistiti con gli animali e Pet Therapy”, con sede presso l'Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie

Il Ministero ha svolto un intenso lavoro conclusosi con l’approvazione dell’Accordo Stato, Regioni e Province autonome, recante “Linee guida nazionali per gli interventi assistiti con gli animali (IAA)”: Per saperne di più scarica l'opuscolo.